(foto Pomella)
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CAMAIORE. Fa autocritica il centrodestra. Quei quasi 8 punti percentuali che, al primo turno, hanno diviso Alberto Matteucci dal suo rivale Alessandro Del Dotto, dimostrano che qualcosa non è andato come doveva. A dirlo non è solo Matteucci, ma l’intera coalizione che lo sostiene. Al tavolo, davanti la stampa, ci sono tutti, compreso il sindaco uscente Giampaolo Bertola che pare il più convinto tra tutti quando dice: “È una partita difficile ma possibile. Camaiore deve decidere se continuare dove abbiamo lasciato dopo dieci anni, o tornare a quindici anni fa”.

Le cause della sconfitta (“del primo tempo della partita”, specifica Matteucci) elettorale del primo turno sono diverse. Esterne alcune, tutte interne alla coalizione altre. Primo effetto negativo la differenza piuttosto ridotta, in termini di preferenze, tra i candididati del Pdl e quelli dl Pd (“si e no 300 voti tra il Pdl e il Pd”, dice Matteucci). Ma al contempo l’ampia differenza tra i voti presi da Matteucci e quelli presi da Del Dotto. “Questo significa una sola cosa: che i miei candidati hanno corso per sé, e non per il candidato sindaco e per il progetto”. Una analisi condivisa da tutti gli altri esponenti politici presenti al tavolo, da PierFrancesco Pardini (Udc) a Giampaolo Bertola, da Daniele Rivieri (La Destra) a Claudio Larini (Cittadini al Governo) a Marco Daddio (Per Matteucci sindaco).

Altro elemento che per il centrodestra ha giocato negativamente sull’esito del voto è il maltempo, e l’allerta meteo di quei giorni. “Ci sono tanti proprietari di seconde case, potenzialmente nostri elettori, che non sono venuti, ma il cui apporto sarà importante al ballottaggio. Non a caso dove abbiamo maggiore distacco, a parte Camaiore centro che è storicamente orientata a sinistra, è Capezzano e Lido, dove si è registrato il maggior numero di persone che si è astenuta dal voto”.

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Da influire in negativo sul voto, per Matteucci&co, anche i sei candidati e gli oltre 350 candidati al consiglio. “Che hanno fatto confusione negli elettori”.

L’autocritica però non è finita. “Io – ha detto Matteucci – sono il secondo di otto figli, ed ho passato una vita tra lavoro e famiglia. Per questo non mi si vede molto passeggiare in via di Mezzo, per questo la sera non frequento bar e pub. Oggi qualcuno guarda con sospetto alla mia dichiarazione dei redditi, ma posso assicurare che nella mia vita, prima di qualche anno fa, non mi ero mai potuto permettere neanche un’auto che non fosse di seconda mano. In molti a Camaiore non mi conoscono, si sono fatti un’idea sbagliata di me. Vengo dipinto come stratega politico, che è vero. Ma sono anche un uomo che si è fatto strada nella vita col lavoro e con i sacrifici”.

È giunto quindi il momento per Matteucci di passare casa per casa, di far conoscere la sua faccia e il suo programma. “Ho sentito addirittura dire da qualcuno che non mi ha votato perché sapeva che di lavoro faccio lo strozzino. Ho bisogno di tornare tra la mia gente, ricordare chi sono io e chi è la mia famiglia. E allo stesso tempo, a me stesso e a tutti gli altri rappresentanti della coalizione, chiedo di puntare sul nostro programma, su quello che di differenzia dagli altri. Dobbiamo chiedere alla gente se sono soddisfatti degli ultimi dieci anni di amministrazione Bertola dal punto di vista delle strutture e infrastrutture, del sociale, del turismo, delle tasse, delle manifestazioni, delle scuola. Se sono soddisfatti, da noi troveranno la continuazione di quel progetto di rilancio e sviluppo. Altrimenti votino pure per il centrosinistra, se pensano che quel che è stato fatto non va bene”.

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Matteucci ha annunciato quindi una serie fittissima di incontri pubblici. “Ribadiamo che noi siamo per il no assoluto per la tassa di soggiorno, e vediamo cosa fanno Comuni a noi vicini gestiti dal centrosinistra. Ricordiamo che noi per l’area Benelli vogliamo una struttura per il divertimento, e non un parco urbano. Che vogliamo uno sviluppo sostenibile dell’edilizia, e non un blocco totale delle costruzioni. Le differenze tra noi e loro sono abissali”.

Accanto a lui – e da tempo non lo vedevamo così gomito a gomito – l’ormai ex sindaco Giampaolo Bertola. “Ricalibrando la campagna elettorale, puntando sul Matteucci uomo che conosco da decenni, possiamo farcela. Attriti e frizioni – ha detto Bertola – ce ne sono state, è innegabile. Ma proprio perché volevo far capire ad Alberto che se non si faceva vedere casa per casa la vittoria era difficile, anche con dieci anni di buona amministrazione alle spalle. Qualcuno ha lavorato per distruggere, qualcun altro ha lavorato solo per se. È ora di iniziare a lavorare per il bene e per il futuro di Camaiore. Se per dieci anni ha lavorato tanto per il mio territorio è per lasciarlo in buone mani, non certo per vederlo tornare indietro”.

Si è parlato anche di apparentamento. Possibile, ma non certo scontato, quello con Fabio Pezzini. Più lontani invece appaiono gli altri candidati sindaco, Micheli, Gemignani e Ceragioli. “Ho sentito parlare di avvento di una nuova stagione – ha concluso Alberto Matteucci in una gremita sala consiliare – ma credo che la stagione più bella della sua storia Camaiore l’abbia vissuta con Giampaolo Bertola. E su quella strada vogliamo andare avanti”.

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